Sono passati ormai 25 anni dalla nascita del principale marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea e quasi 40 anni dalla nascita della prima etichetta ecologica, la tedesca Blaue Engel del 1978, ma è con il nuovo millennio che gli standard di certificazione ambientale, nuovi schemi e protocolli proliferano penetrando sui mercati di tutte le filiere industriali.
E’ indubbio che certificazioni e protocolli riconosciuti e credibili offrono numerosi vantaggi alle aziende che li adottano: innanzitutto il rafforzamento delle performance ambientali, ma anche il miglioramento dell’immagine dell’impresa sul mercato internazionale. L’attenzione ai temi ambientali consente di avvicinare fasce di consumatori che possono influenzare il mercato o settori della Pubblica Amministrazione (vd GPP, Green Public Procurement), migliora le relazioni con gli stakeholder e può essere uno strumento di differenziazione dai competitor.
Numerosi sono gli standard e gli approcci possibili: dalle certificazioni di sistema come le ISO 14000, EMAS (certificazioni ambientali), ISO 50000 per la gestione dell’energia, alle certificazioni di prodotto che vanno a valutarne l’intero ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment), quali Ecolabel, EPD (Environmental Product Declarations).
Accanto a queste possiamo annoverare, tra le “etichette” riconosciute in ambito tessile, le certificazioni di filiera quali la Catena di Custodia nella filiera del legno (FSC per la produzione di filati a base cellulosica) o marchi volontari di prodotto o multicriterio nazionali ed internazionali tra cui, per citarne solo alcuni, il GOTS (Global Organic Textile Standard), Global Recycle Standard, Seri.co, Bluesign, Oeko-tex, per terminare con gli approcci più recenti che prevedono un accordo e un formale impegno delle aziende con ONG o associazioni, che assumono rilievo ed autorevolezza grazie all’influenza e all’importanza delle aziende che li sottoscrivono e delle stesse organizzazioni che li elaborano: ne è un chiaro esempio la campagna Detox di Greenpeace per l’eliminazione delle sostanze pericolose nella filiera produttiva tessile.
La scelta dello strumento più idoneo sta alla singola azienda che dovrà valutare l’approccio più indicato alla propria organizzazione; uno strumento che consenta l’implementazione di un sistema interno di gestione volto al miglioramento continuo e che restituisca una valutazione delle performance volute che diano credibilità alle aziende nei confronti dei propri stakeholder e portino quindi ad un miglior posizionamento dei prodotti sul mercato, incrementando anche la percezione del nostro “made in Italy”.
ECOLABEL
Ecolabel UE è stato infatti istituito nel 1992 dal Regolamento n. 880/92, oggi disciplinato dal Regolamento (CE) n. 66/2010, in vigore nei 28 Paesi dell’Unione Europea e nei Paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo – SEE . Ecolabel UE è un’etichetta ecologica volontaria basata su un sistema di criteri molto selettivi che tiene conto degli impatti ambientali dei prodotti o servizi lungo l’intero ciclo di vita. La prestazione ambientale è valutata su base scientifica analizzando gli impatti ambientali più significativi durante l’intero ciclo di vita del prodotto o del servizio, tenendo anche conto della durata della vita media dei prodotti e della loro riutilizzabilità/riciclabilità e della riduzione degli imballaggi e del loro contenuto di materiale riciclato.
EMAS e il marchio di qualità ecologica dell'Unione europea (Ecolabel UE) sono parte integrante del quadro strategico UE per la produzione e il consumo sostenibili. L'Ecolabel e EMAS, nato nel 1995, sono stati rilanciati nel 2008 come parte integrante della comunicazione sul piano d'azione "Produzione e consumo sostenibili" e "Politica industriale sostenibile". L'Ecolabel UE ha l'obiettivo di promuovere: "i prodotti che esercitano un minore impatto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita e offrire ai consumatori informazioni accurate, non ingannevoli e scientificamente fondate sull'impatto ambientale dei prodotti"; EMAS è invece "… finalizzato a promuovere il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle organizzazioni mediante l'istituzione e l'applicazione da parte loro di sistemi di gestione ambientale, la valutazione sistematica, obiettiva e periodica delle prestazioni di tali sistemi, mediante l'offerta di informazioni sulle prestazioni ambientali, un dialogo aperto con il pubblico e le altre parti interessate e infine con il coinvolgimento attivo e un'adeguata formazione del personale delle organizzazioni interessate."
Nel 2013 la Commissione si è impegnata a effettuare un vaglio di adeguatezza dei regolamenti sull'Ecolabel UE ed EMAS.